Gaetano Argento

Nel secolo XVII nacque Gaetano Argento

 

, filosofo e giure­consulto,supremo Ministro di Carlo VI.

 

 

 

Molte sono le versioni che esistono sia sul luogo e sia sulla data di nascita. Alcuni lo fanno nascere a Rose, altri a Cosenza; chi nel 1660, chi nel 1661; chi nel 1662.

 

 

 

Sul "Cenno biografico di Gaetano Argento” edito nel 1891 a cura del dott. Pasquale Bria (nostro concittadino) troviamo che il De Fortis, nel suo libro intitolato: "Governo Politico" stampato in Napoli nel 1775 -al foglio 317 –scrive: “G. Argento nacque nella terra di Rose, ora feudo del principe di S.Agata, in Calabria Citra.

 

 

 

Questa notizia venne confermata dal Giustiniani nelle: "Memorie istoriche degli scrittori legali del Regno di Napoli - edite in Napoli nel 1787 -Tomo I pag.81 -. Altri scrittori gli danno per patria Cosenza, perché neIla: "Relazione delle feste celebrate in Cosenza per le nozze di Carlo II” scritta da G.Argento,si legge: ".....mercé della mia Cosenza, in cui godo di aver aperto gli occhi alla luce....”.

 

 

 

Evidentemente gli scrittori che lo danno nativo di Cosenza, si sono basati su tale dichiarazione. Fra questi anche lo Spiriti, neIle "Memorie .degli scrittori cosentini" però aggiunge:"Quantunque originario fosse di altro luogo".

 

 

 

Il dottor Bria effettuò ricerche dell'atto di nascita e del certificato di laurea; ma non fu possibile trovare né I’uno, né l'altro. Pensò allora all'atto di battesimo che venne rintracciato nella "Chiesa Metropolitana" di Cosenza, nel quale si legge:-pag.152 part.1134 - addì 31 dicembre 1661 - Gaetano Fortunato Lupo Silvestro Tommaso - figlio di Carlo d'Argento e di Margherita Ferrario coniugi abitanti sotto il Seggio, nato a 28 detto, fu battezzato per me don Timoteo Valentini canonico e cappellano maggiore, secondo il rito di Santa Romana Chiesa, padrino fu il sig. Pietro Ciaccio; madrina la sig. Lucia Rapana, moglie del sig. Francesco Mauro. Ed in fede ecc. ecc. Il Bria scrive che: "ammettendo che fosse nato a Cosenza, ciò ha dovuto avvenire, o per semplice caso (la madre Margherita Ferrario era cosentina; il padre Carlo Argento, andava e veniva da detta città, oppure (secondo la leggenda), perché appena nato,venne trasportato a Cosenza; ciò spiegherebbe i tre giorni di differenza tra la nascita ed il battesimo. Molti scrittori tra cui: Spiriti, Settembrini, SignoreIli e MazzuccheIli, confermano la data di nascita il 28 dicembre 1661. Il prof.Napolillo, nel suo saggio su "Gaetano Argento giureconsulto e uomo di stato " edito 1974 - definisce – apocrifo - l'atto di battesimo perché il Galati attesta che l'arcivescovo di Cosenza mons. Tommaso Trussoni nel 1927 percorrendo le particole di sette anni, intorno al 1661, non aveva riscontrato nessun Argento. II prof.Valente dice :"Ho controllato il registro degli atti di battesimo comprendenti anche I’anno 1661, ma non ho trovato alcun cenno relativo a Gaetano Argento e poiché i registri esistono e non mancano pagine, poiché i numeri sono susseguenti l’una allo altro, questo prova inequivocabilmente che Gaetano Argento, a Cosenza non è nato”. II Bria da per certo che il padre dell'Argento nacque a Rose, dove esercitò la professione di medico. Furono anche consultati i fuochi (registri delle famiglie) nell'archivio di Napoli, relativi al contado di Rose, a cominciare dal 1535. Vi figura un Francesco Antonio Argento del fu Giovanni; nomi che vediamo rinnovati (secondo l'usanza dei luoghi) anche da Carlo Argento, nei suoi figli.

 

 

 

I più vecchi raccontano che nel nostro Convento dei PP. Riformati, c'era un quadro con la scritta:- "A devozione di don Filippo Argento". Una conferma che la famiglia Argento era di Rose, la dà il nostro archivio municipale, dove risulta che, parecchio terreno, acquistato dal marchese di Rose, apparteneva alla famiglia Argento.

 

 

 

Circa mezzo secolo fa si trovava a Rose una "Teresa Argento" sposata con don Francesco Paolo Berlingò, regio giudice di questo giudicato”. Nei registri parrocchiali (1773) a firma Tiesi, si trova scritto, alla data del 5 Luglio: è stato battezzato Leopoldo Berlingò, figlio di Francesco Paolo e Teresa Argento ". Ma la conferma esatta della nascita di Carlo Argento in Rose, la dà lui stesso nella lettera indirizzata a don Antonio Telesio in Cosenza, datata da Napoli agli 2 di giugno 1681.

 

 

 

La leggenda narra che il piccolo Gaetano, ritornato a Rose da Cosenza, dove era stato trasportato, appena nato, venne educato ed .indirizzato agli studi da. un frate del Convento di Rose, e fu, da questi, in seguito inviato a Napoli per perfezionarsi nello studio. Date le limitate condizioni economiche, si dice che, la notte, leggesse al chiarore dei lumi delle vie (anche il Settembrini nella sua: "Storia della letteratura Italiana” lo conferma), che spesso fosse investito da carrozze e che, alcuni cocchieri gli sferzassero la frusta in faccia, passandogli avanti.

 

 

 

Divenuto magistrato condannò tutti i cocchieri che gli vennero a tiro: "...remiget quia cocchierius...”

 

 

 

Dice ancora la leggenda che il principe, padrone della scuderia in cui spesso l'Argento andava a studiare, fosse molto preoccupato per una causa che avrebbe potuto rovinarlo.

 

 

 

Gaetano si dichiarò pronto a sostenere i diritti del principe e, dopo non senza stenti, essere riuscito ad avere l'incarico della difesa, con eloquenza mai sentita, perorò la causa e la vinse.

 

 

 

Il suo nome cominciò a correre sulla "bocca di tutti.

 

 

 

Qui la leggenda finisce. L'Accattatis, neIle: "Biografie degli uomini illustri della Calabria – vol. II " fa notare che l'Argento fu introdotto nelle lettere da Schettini. "Trasse molto profitto dagli studi e seppe: (Conforti)....studiare l'epoca sua, imporsi agli uomini ed alle cose, senza raggiri, cospirazioni e viltà di condotta".

 

 

 

A Napoli si affermò brillantemente come avvocato.

 

 

 

L. A. Muratori disse di lui: "...pensò bene e nello scrivere fu portentoso". II suo nome giunse alla Corte di Carlo VI che lo nominò (1707) Consigliere nel Senato Supremo di Napoli e, dopo due anni (1709), Reggente del Supremo Consiglio Collaterale. Nel 1714 fu Vice Pronotario del Regno e Presidente del Sacro Real Collegio di Napoli e fregiato del titolo di Duca, mentre, in precedenza, era stato aggregato alla nobiltà patrizia cosentina. Prescelto come consultore del Cappellano Maggiore, vigilò sull’Università degli studi di Napoli. "In tutti questi onori" dice lo Spiriti (nelle sue memorie) “mai si riempì di fumo e di vanità, ma dimostrò cura e zelo all’adempimento della giustizia ed al bene dell'umanità oppressa".

 

 

 

Dice il De Fortis: "Egli aveva quelle due grandi virtù che formano l'uomo: il pensar bene e l'eseguir meglio”.

 

 

 

Le parole del d’Ippolito, egregiamente ne delineano il carattere e l'indole: "costante e tenace del giusto, nemico delle calunnie e delle frodi, discernito del vero, piacevole, grazioso ed affabile, aperto, candido e schietto, severo contro gli scellerati, vagheggiante al sterminamento delle liti". Nel 1714 Gaetano Argento sposava donna Costanza Mirelli, sorella del principe di Teora. Dal matrimonio nacquero due maschi, morti in tenera età, e due femmine. Fondò il collegio degli alunni chinesi (affidato ai Gesuiti) che educava negli studi delle lingue e delle scienze.

 

 

 

Dice il Muratori che:"...divenne uno dei giureconsulti ed il più grande uomo di stato dei suoi tempi.

 

 

 

Anche Carlo VI: "Mai si dipartiva dai suoi consigli"

 

 

 

(Leoni –vol. II - pag.379 -) ed il Pontefice Benedetto XIII aveva di lui somma cura.

 

 

 

Il 31 maggio 1730, colpito da attacchi apoplettici, cessava di vivere in Napoli.

 

 

 

Ebbe sepoltura nella chiesa di San Giovanni a Carbonara.

 

 

 

I funerali furono solenni e nell'occasione vennero scritti molti componimenti in diverse lingue.

 

 

 

Per iniziativa del dott. Bria, sorgeva in Rose (1891) una "Società Operaia Agricola" la quale fece erigere, anche col concorso di cittadini, un monumento all'insigne uomo.

 

Il busto

 

è opera dello scultore G.Scerbo da Reggio Calabria e raffigura Gaetano Argento, con alle basi superiori del piedistallo, simboli raffiguranti: la Giustizia, l'Eloquenza e la Fede e con scolpita la seguente scritta:

 

 

 

 A Gaetano Argento

 

 

 

Filosofo e giureconsulto

 

 

 

supremo ministro

 

 

 

dell'Imperatore Carlo VI

 

 

 

sostenitore dei diritti

 

 

 

degli oppressi

 

 

 

benefattore dell'umanità

 

 

 

sofferente \

 

 

 

28 dicembre 1661  - 31 maggio 1730

 

 

 

I concittadini

 

 

 

 

(Mario De Rose)

 

 

 

 

Opere consultate:

 

 

 

Bernardo Maria Ciacco e d'Ippolito anno 1731 - II - Orazione funebre in morte di Gaetano Argento

 

 

 

Accattatis: "Le biografie degli uomini illustri della Calabria” -1870 -   III –

 

 

 

Bria: "Cenno biografico di Gaetano Argento” 1891 – IV –

 

Aliquò – Lenzi: "Scrittori Calabresi” - 1914 –

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