Pala d'Altare
Restituita alla comunità dopo un restauro durato ben 22 anni
di Carmela Infante
ROSE – Un giorno da ricordare, per Rose, grazie a un gradito ritorno atteso per 22 anni. Intendiamo riferirci alla pala d'altare che la Soprintendenza ai Beni culturali di Cosenza ha restituito, dopo il restauro, al popolo di Rose.
Era il nove febbraio del 1980 quando il compianto arciprete dell'epoca, mons. Ermenegildo Cisario, consegnò alla Soprintendenza di Cosenza la pala d'altare raffigurante l'Immacolata che doveva essere sottoposta urgentemente a intervento di restauro.
La pala era collocata nella parete absidale di fondo nella chiesa del «Convento» (in origine degli agostiniani e successivamente passato ai frati minori). Formata da cinque tavole connesse, per una superficie di mt. 3 per 2.60, reca dipinta, su fondo d'oro, l'Immacolata con simboli delle laudi ai lati. In basso, a mezza figura, sono dipinti S. Agostino e S. Francesco di Paola. Nella predella, composta da sei pannelli, sono raffigurati episodi della vita di S. Agostino.
La cornice del dipinto è sostenuta da due colonne scanalate sormontate da capitelli di stile corinzio che poggiano su una base a cornice architettonica opera del XVI-XVII secolo. Su ciascuna base delle colonne si nota, scolpito, un giglio di Francia.
A questo punto pensiamo sia utile riportare una annotazione tratta da un documento d'archivio e che recita: «Questo convento ha avuto la fortuna di essere conservato nella Generale Restaurazione, perché favorito dal ministro Basso del governo francese, ma non si conviene pubblicarne i motivi. Si sanno... ».
Dunque i gigli di Francia potrebbero stare a significare la gratitudine dei frati espressa nei confronti dell'esponente del governo francese. Su segnalazione del compianto canonico arciprete don Francesco Scarnato, il ministero della Pubblica istruzione, Direzione generale delle antichità e belle arti, dopo avere fatto visionare il dipinto lo catalogò, in data 19 gennaio 1952, tra le opere d'arte per il suo «particolare interesse artistico».
Per dovere di cronaca dobbiamo far presente che il ritorno di questa pregevole opera risalente ai secoli XVI-XVII (purtroppo di autore ignoto) è stato possibile grazie alla sensibilità, verso il patrimonio storico-artistico-culturale esistente nel territorio di Rose, della «Confraternita della SS. Annunziata» e della locale amministrazione comunale, guidata dal dott. Mario Bria, i quali hanno sostenuto le spese e l'impianto del sistema d'allarme, ammontante a tre milioni e seicentomila di vecchie lire.
Poiché la chiesa del «Convento» al momento è chiusa per motivi di restauro, la pala è stata collocata, fino a quando il tempio non verrà aperto al culto, nella chiesa della Confraternita della SS. Annunziata.