Chiesa Madonna Grazie
La Chiesa risale al XVIII secolo, fu distrutta dal terremoto dei primi anni novanta e ricostruita tra il 1932 e il 1936 da Emilio Bria e dai suoi figli. Pregevole è l'abside, in legno, di pianta semicircolare progettata e realizzata dai maestri Bria. Nella foto si vede un particolare dell'Abside.
Descrizione
Concessione suolo
CHIESA MADONNA DELLE GRAZIE
Concessione suolo comunale alla chiesa "Madonna delle Grazie"
Istanza del parroco Canonico Francesco Scarnato.
Delibera N° 43 del 18/7/1936
Approvata il 26/8/1936 n° 21235 - divisione 2/1
(Francesco Scarnato -1956)
NOTA
Prima della ricostruzione della chiesa, nello stesso punto, esisteva una piccola cappeIla, andata poi in rovina. Col passar del tempo, il posto si coprì di rovi ed erbacce.
Narra la leggenda che, dai rovi, si mostrava spesso, una mano bianchissima (si dice che fosse quella della Madonna) ad indicare che la cappella doveva essere ricostruita, così come avvenne nel 1936.
(Francesco Urso 1971)
Concessione suolo
CHIESA MADONNA DELLE GRAZIE
Concessione suolo comunale alla chiesa "Madonna delle Grazie"
Istanza del parroco Canonico Francesco Scarnato.
Delibera N° 43 del 18/7/1936
Approvata il 26/8/1936 n° 21235 - divisione 2/1
(Francesco Scarnato -1956)
NOTA
Prima della ricostruzione della chiesa, nello stesso punto, esisteva una piccola cappeIla, andata poi in rovina. Col passar del tempo, il posto si coprì di rovi ed erbacce.
Narra la leggenda che, dai rovi, si mostrava spesso, una mano bianchissima (si dice che fosse quella della Madonna) ad indicare che la cappella doveva essere ricostruita, così come avvenne nel 1936.
(Francesco Urso 1971)
Cenni storici
La chiesa della Madonna delle Grazie è posta nel centro abitato.
Di dimensioni non molto grandi. Ha pareti lisce, non decorate, con colonne appena sporgenti dalla muratura, che poggiano su una base liscia, pure in muratura, che gira tutt'intorno, ad un'altezza di circa m. 1,80 dal pavimento.
Il soffitto della chiesa è liscio, senza alcun ornamento o pittura.
L'abside è in legno, interamente scolpito a mano, dal pavimento al soffitto a mezza cupola; e gira tutt'intorno a forma ai semicerchio.
Partendo dal pavimento, e per l'altezza di circa cm 80, é tutto intagliato e con cornici a rilievo che sorreggono 6 pannelli in legno lucido, intervallati da colonne scanalate che terminano nella parte superiore, con capitelli.
Al di sopra dei capitelli, gira una fascia intagliata, con delicati fregi e motivi ornamentali, con sovrapposta un'ampia mensola scolpita a meandri e scanalature.
La semicupola è composta da 7 pannelli triangolari, intervallati da fasce di legno lucido (che partendo dalla sommità, dove è posto il simbolo dello Spirito Santo) simboleggiano l'irradiarsi dei raggi.
In ogni triangolo, ci sono cassettoni intagliati, a cornice liscia, con al centro una rosa, pure intagliata.
I cassettoni, sono a forma quadrata ed ottagonale e si alternano (un triangolo a cassettoni tutti quadrati ed un altro a cassettoni tutti ottagonali, e così via).
L'altare è pure in legno, con cornici intagliate e con ciborio finemente lavorato.
Il portale, pure in legno massiccio, con due pannelli lisci, circondati da cornice lavorata, si completa, al centro, con una croce.
Il lavoro di intaglio e montaggio, eseguito dal maestro Emilio Bria e figli, da Rose, è stato minutamente curato in ogni piccolo particolare.
Da notare che, la forma irregolare della muratura, ha richiesto non poco studio per la realizzazione dell'abside in legno, ma tutto, come facilmente si nota, è stato risolto, in modo simmetrico ed armonioso.
La statua della Vergine, al centro, è in legno.
La chiesa non ha vero campanile, ma vi sono due campane.
E' stata ricostruita -ab imo- dall'Arc. Francesco Scarnato.
Francesco Urso 1971
Restauro facciata
Un gesto di SOLIDARIETA’ e DEVOZIONE
Il restauro della facciata della Chiesa Consacrata alla “Madonna delle Grazie” rappresenta, un profondo gesto di Solidarietà e Devozione.
Un gesto di Solidarietà, da parte dei Rosetani, verso quello che il centro storico simboleggia. Il Centro Storico è il luogo in cui vissero i nostri avi, è il luogo che custodisce e rinnova il ricordo, è il “forum” dove fino a qualche anno fa si svolgeva la vita economica e sociale della nostra comunità. Il Centro Storico è stato il punto di riferimento: degli operai che di buonora si recavano sul luogo di lavoro; dei Rosetani che emigravano in terre lontane; delle massaie che lasciavano, di notte, i propri cari per andare in montagna a cercare la legna o nella Sila a raccogliere le patate, ... Il Centro Storico era ricco di botteghe (calzolerie, falegnamerie, ebanisterie, fucine, sartorie, ...) e locande, che rappresentavano non solo la “locomotiva” dell'economia paesana ma anche il luogo in cui le persone socializzavano e creavano. I “mastri” artigiani, come le opere consegnate alla storia dimostrano, non erano dei semplici esecutori ma dei veri artisti.
Un gesto di devozione verso Santa Maria delle Grazie, in quanto operatrice di grazie con la sua intercessione, preludio alla ricerca della forza concessa da Dio all’uomo, per mezzo della quale egli viene reso capace di compiere azioni che non potrebbe fare con le sole forze di natura ovvero all’aiuto che Dio dà a voler fare il bene, conoscere il vero, operare la propria salvazione.
Sensibilizzati da tali sentimenti la maggior parte dei Rosetani, ha avvertito l’obbligo morale e spirituale, di profondere il proprio contributo attraverso il restauro, operato egregiamente e prodigalmente dai “mastri” Rosetani, coadiuvati da volontari e curiosi che “dilettevolmente” sostavano sulla piazza antistante la Chiesa, creando un’atmosfera emozionante capace di proiettare gli animi, nel periodo in cui la piazza “prosperava”, quando le grida e non il silenzio segnavano il tempo.
In realtà appaiono varie e complesse le cause che hanno determinato lo stato attuale del nostro Centro Storico. Questo non dovrebbe affievolire l’opera degli enti competenti preposti alla salvaguardia dei Simboli della nostra storia e della nostra fede.
A tal proposito sollecitiamo, al più presto, altri “Gesti di Solidarietà e Devozione”.